Il pronome relativo qui, quae, quod introduce la proposizione subordinata relativa.
Questo pronome fa sempre riferimento ad un antecedente, cioè un sostantivo o un pronome dimostrativo o determinativo, che si trova nella proposizione reggente e con il quale il pronome relativo concorda sicuramente per quanto riguarda il genere e il numero, ma non necessariamente (anzi!) per quel che concerne il caso. Infatti il caso del pronome relativo dipende dalla funzione logica che quest'ultimo svolge all'interno della proposizione subordinata relativa.
Ad esempio, nel periodo :
"Ho incontrato il mio amico, che domani partirà per Roma"
il pronome relativo deve essere tradotto con qui, nominativo singolare maschile, siccome è il soggetto della proposizione subordinata relativa, ma fa riferimento all'antecedente il mio amico, che è complemento oggetto della reggente e che quindi va tradotto con l'accusativo singolare maschile.
Amicum meum inveni, qui cras Romam proficiscetur.
Singolare
Maschile, femminile e neutro
NOMINATIVO: qui, quae, quod
GENITIVO: cuius, cuius, cuius
DATIVO: cui, cui, cui
ACCUSATIVO: quem, quam, quod
ABLATIVO: quo, quā, quo
Plurale
Maschile, femminile e neutro
NOMINATIVO: qui, quae, quae
GENITIVO: quorum, quarum, quorum
DATIVO: quibus, quibus, quibus
ACCUSATIVO: quos, quas, quae
ABLATIVO: quibus, quibus, quibus
Nota: il complemento di compagnia o unione si esprime attraverso le forme quocum = con il quale / con la quale cosa, quacum = con la quale, quibuscum = con i quali / con le quali / con le quali cose, che corrispondono a cum quo, cum qua, cum quibus.
Cosa succede quando l'antecedente del pronome relativo è un pronome dimostrativo o determinativo? Se l'antecedente ed il pronome relativo sono in casi diversi tra loro, il pronome dimostrativo o determinativo va sempre espresso; quando invece l'antecedente ed il pronome relativo concordano nel caso, l'antecedente viene omesso ed il pronome relativo si traduce con "colui che, colei che, coloro che, etc...".
Qui bonum faciunt, a deis amantur = Coloro / quelli che fanno il bene, sono amati dagli dei.
Il nominativo plurale del pronome relativo qui contiene al suo interno anche il significato di ii, nominativo plurale di is, ea, id che è stato omesso in quanto si trovava nello stesso caso del pronome relativo. Infatti traduciamo coloro / quelli (ii) che (qui).
Ancora diversa è la situazione, se parliamo di un pronome relativo di genere neutro, perché in questo caso è possibile omettere l'antecedente anche se non concorda, a patto che sia al nominativo o all'accusativo.
(Ea) Quae discis, utilia sunt = Quelle cose che impari, sono utili.
Poiché si tratta di un nominativo plurale neutro, ea può essere omesso, anche se non concorda nel caso con quae, che è un accusativo plurale neutro.
La prolessi è un'anticipazione del pronome relativo rispetto alla sua consueta posizione, che prevede sempre un antecedente e, soltanto dopo, il pronome relativo. Nella prolessi succede esattamene il contrario, perché la proposizione subordinata relativa (e quindi il pronome relativo che la introduce) si trova prima della reggente, che contiene un pronome dimostrativo o determinativo al suo interno. La prolessi è abbastanza semplice da riconoscere, perché troverò un pronome relativo all'inizio del periodo e poi, dopo una virgola, un pronome dimostrativo o determinativo. Quando traduco, mi conviene partire dalla reggente, tradurre la frase contenente il pronome determinativo o dimostrativo e subito dopo inserire il pronome relativo, ripristinando l'ordine di traduzione che normalmente seguo nella traduzione della proposizione subordinata relativa.
Qui philosophiam amant, eos sapientes vocamus = Noi chiamiamo saggi quelli, che amano la filosofia.
Questo periodo contiene una prolessi del relativo, infatti inizia con un pronome relativo, qui, che introduce una proposizione subordinata relativa, poi troviamo una virgola e subito dopo un pronome determinativo, eos. Nella traduzione, sono partito dalla proposizione reggente vocamus sapientes eos e, soltanto dopo, ho tradotto la proposizione subordinata relativa qui amant philosophiam.
Quando il pronome relativo si trova all'inizio del periodo, ad esempio dopo un segno di punteggiatura forte (. ; : ! ?), e non introduce una proposizione subordinata, si tratta di un nesso del relativo, in grado di unire il periodo che il pronome relativo apre, con il periodo che lo precede. Per unire i due periodi, il pronome relativo va scomposto in una congiunzione (et oppure at) ed un pronome determinativo (is, ea, id) o dimostrativo (hic, haec, hoc; ille, illa, illud; iste, ista, istud), che va tradotto nello stesso caso del pronome relativo. Ai fini della traduzione del nesso del relativo in lingua italiana, la scelta della congiunzione (e oppure ma) e del pronome (quello oppure questo) dipenderà dal contesto e in particolare dal rapporto col periodo precedente.
Quo die exercitus profectus est = E in quel giorno l'esercito partì.
In questa frase il nesso del relativo quo è stato scomposto in et eo.
Epistulas accepi. Quas legere non potui = Ho ricevuto le lettere. Ma non ho potuto leggerle.
In questo caso, il contesto richiede la congiunzione at = ma più il determinativo eas = le (quelle) per tradurre il nesso del relativo.