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Le proposizioni relative sono introdotte da pronomi relativi o relativo-indefiniti (qui, quae, quod; quicumque, quaecumque, quodcumque; quisquis, quidquid), da aggettivi relativi (qui, quae, quod; qualis, quale; quantus, quanta, quantum) o da avverbi relativi (ubi, quo, unde, qua) e si suddividono in:
relative proprie, col verbo all'indicativo
relative improprie, col verbo al congiuntivo
Le proposizioni relative proprie richiedono sempre il modo indicativo ed hanno la funzione di attributo o di apposizione nei confronti di un termine antecedente, che si trova nella proposizione reggente. Possiamo distinguere le relative proprie necessarie, che ci danno un'informazione essenziale, da quelle accessorie, il cui contenuto non è indispensabile.
Le proposizioni relative improprie, anche dette avverbiali, all'interno del periodo hanno la funzione di un complemento indiretto o di un avverbio.
Le relative improprie finali, in cui il pronome qui, quae, quod è seguito dal congiuntivo presente/imperfetto.
Le relative improprie consecutive, con il pronome qui, quae, quod che quindi sostituisce l'ut che introduce normalmente la proposizione subordinata consecutiva.
Le relative improprie causali, all'interno delle quali il pronome qui, quae, quod viene utilizzato al posto di cum oppure quod, quia, quoniam.
Le relative improprie concessive, dove il pronome qui, quae, quod assume la stessa funzione di cum, quamvis, etiamsi, ut.
Le relative improprie ipotetiche, in cui il pronome qui, quae, quod equivale a si ed introduce una protasi di secondo o terzo tipo.
Le relative improprie limitative, con il pronome qui, quae, quod che è accompagnato da quidem oppure modo, per limitare quanto espresso nella proposizione reggente.