È introdotta da un pronome, un aggettivo o un avverbio interrogativo. Il predicato verbale è quasi sempre al modo indicativo, tuttavia potrei trovare anche un congiuntivo indipendente. La proposizione interrogativa diretta può essere semplice, quando prevede una sola domanda (es. Che cosa fai?) o disgiuntiva, quando ci sono due o più alternative (es. Domani andrai al mare o ti allenerai in palestra?)
Quando la proposizione interrogativa diretta non è introdotta da un pronome, un aggettivo o un avverbio interrogativo, troviamo le particelle interrogative, che sono:
-ne, enclitica che si lega in coda alla prima parola della proposizione interrogativa diretta ed esprime una domanda vera e propria, non di tipo retorico, con una risposta che non conosciamo. Es. Dicisne veritatem? = Dici la verità?
num, che introduce l'intera domanda e ci fa capire che si tratta di una domanda retorica a cui seguirà una risposta negativa. Es. Num Roma parva est? = Forse che Roma è piccola? (La risposta sarà sicuramente "No!")
nonne, enclitica composta da una doppia negazione (non+ne), introduce una proposizione interrogativa retorica affermativa, che richiede una risposta di tipo positiva. Es. Nonne Cicero orator fuit? = Forse che Cicerone non fu un oratore? (La risposta è chiaramente "Sì!")
Introdotta da aggettivi e pronomi interrogativi, avverbi interrogativi e particelle che introducono anche le interrogative dirette, la proposizione subordinata interrogativa indiretta vuole il modo congiuntivo e segue le regole della consecutio temporum:
quando trovo il congiuntivo presente, ho un rapporto di contemporaneità tra la proposizione reggente, in cui abbiamo un tempo principale (es. presente, futuro, etc...), e la subordinata interrogativa indiretta;
es. Te rogo (indicativo presente) quid facias (congiuntivo presente) = Ti chiedo cosa fai (rapporto di contemporaneità).
se c'è il congiuntivo imperfetto, ho un rapporto di contemporaneità tra la proposizione reggente, in cui troviamo un tempo storico (es. imperfetto, perfetto, piuccheperfetto, etc...), e la subordinata interrogativa indiretta;
es. Ex vobis quaerebam (indicativo imperfetto) quem imperatorem maxime strenuum putaretis (congiuntivo imperfetto) = Chiedevo a voi quale comandante riteneste massimamente valoroso.
se ho il congiuntivo perfetto, significa che la proposizione subordinata interrogativa indiretta indica un'azione anteriore a quella espressa dalla reggente, in cui abbiamo un tempo principale (es. presente, futuro, etc...)
es. Te rogo (indicativo presente) unde veneris (congiuntivo perfetto) = Ti chiedo da dove tu sia venuto (rapporto di anteriorità).
se ho il congiuntivo piuccheperfetto, allora la proposizione subordinata interrogativa indiretta esprime un'azione anteriore a quella espressa dalla reggente, in cui c'è un tempo storico (es. imperfetto, perfetto, piuccheperfetto, etc...)
es. Quo exercitus ivisset (congiuntivo piuccheperfetto), nesciebam (indicativo imperfetto) = Non sapevo dove fosse andato l'esercito.
Questi rapporti temporali ci ricordano quanto accade nel cum narrativo, ma stavolta, siccome nel porre una domanda possiamo dare anche un'idea di posteriorità, dobbiamo prevedere anche la possibilità che la proposizione subordinata interrogativa indiretta esprima un'azione posteriore rispetto a quella espressa dalla reggente. Com'è possibile?
Attraverso il cosiddetto "congiuntivo futuro", un tempo che non esiste ufficialmente, ma che possiamo realizzare attraverso il participio futuro del verbo dell'azione della subordinata interrogativa indiretta, a cui aggiungiamo il congiuntivo presente del verbo "sum" (se nella reggente c'è un tempo principale) o il congiuntivo imperfetto, sempre del verbo "sum" (se nella reggente c'è un tempo storico).
es. Ex te quaero (indicativo presente) quem defensurus sis ("congiuntivo futuro") = Ti chiedo chi difenderai (participio futuro + sis, perché nella principale c'è quaero, tempo principale; per esprimere la posteriorità, in Italiano mi servo del futuro semplice "difenderai").
es. Ex te quaerebam (indicativo imperfetto) quem defensurus esses ("congiuntivo futuro") = Ti chiedevo chi avresti difeso (participio futuro + esses, perché nella principale c'è quaerebam, tempo storico; per esprimere la posteriorità, in Italiano mi servo del condizionale passato "avresti difeso").
Per quanto riguarda la traduzione delle particelle interrogative, dobbiamo fare questa differenza rispetto a quanto accade nelle proposizioni interrogative dirette:
l'enclitica -ne e num vanno tradotte con "se" e prevedono una risposta imprevedibile o negativa. Es. Quaero ex te velisne pugnare = Ti chiedo se vuoi combattere. (Non conosco la risposta oppure so già che non vuoi combattere).
nonne si traduce con "se non" e prevede risposta affermativa. Es. Te rogo nonne Cato Carthaginem delere voluerit = Ti chiedo se Catone non abbia voluto distruggere Cartagine. (Conosco la risposta ed è affermativa).
La proposizione subordinata interrogativa disgiuntiva è formata da due o più domande alternative (es. di interrogativa disgiuntiva diretta: "Andiamo in piazza o rimaniamo a casa?"; es. di interrogativa disgiuntiva indiretta: "Ti chiedo se andiamo in piazza o rimaniamo a casa").
Nella traduzione latina abbiamo la prima domanda (es. Andiamo in piazza) introdotta da "utrum", da "-ne" enclitico o da nessuna particella, mentre la seconda domanda interna all'interrogativa disgiuntiva (es. o rimaniamo a casa?) è introdotta da "an".
Ai fini della traduzione in Italiano, se si tratta di una interrogativa disgiuntiva diretta, non tradurrò "utrum" o "-ne" enclitico, mentre "an" si traduce sempre con "o" in Italiano.
Se si tratta di una interrogativa disgiuntiva indiretta, "utrum" o "-ne" enclitico vanno tradotti in Italiano con "se", mentre "an" si traduce con "o".
Interrogative dirette disgiuntive:
Es. Utrum tristis es an gaudes? = Sei triste o gioisci? (utrum non viene tradotto, "an" si traduce "o")
Es. Tristisne es an gaudes? = Sei triste o gioisci? (-ne enclitico non viene tradotto, "an" si traduce "o")
Es. Tristis es an gaudeas? = Sei triste o gioisci? ("an" si traduce "o")
Interrogative indirette disgiuntive:
Es. Dic mihi utrum tristis sis an gaudeas. = Dimmi se sei triste o gioisci. (utrum = se, an = o)
Es. Dic mihi tristisne sis an gaudeas. = Dimmi se sei triste o gioisci. (-ne = se, an = o)
Infine, per esprime la subordinata interrogativa disgiuntiva abbreviata, utilizzo "an non" oppure "necne"
Es. Dic mihi utrum tristis sis an non. = Dimmi se sei triste o no.
Es. Dic mihi utrum tristis sis necne. = Dimmi se sei triste o no.