I verbi deponenti sono verbi di forma passiva e significato attivo. Questo significa che sul vocabolario andiamo a cercare questi verbi direttamente nella loro forma passiva (es. hortor) e li traduciamo come se fossero forme attive (hortor = io esorto).
Annoveriamo, tra i vari verbi deponenti:
1) hortor - hortaris - hortatus sum - hortari (1a coniugazione)
2) vereor - vereris - veritus sum - vereri (2a coniugazione)
3) sequor - sequeris - secutus sum - sequi (3a coniugazione)
4) largior - largiris - largitus sum - largiri (4a coniugazione)
Tuttavia dobbiamo precisare che:
i verbi deponenti presentano anche forme attive all'interno della loro coniugazione
i verbi deponenti hanno anche dei significati di forma passiva
Quindi la definizione "verbi di forma passiva e significato attivo" è parziale. Partiamo dalle forme attive: osservando la coniugazione di un verbo deponente, notiamo ad esempio che ha dei modi e dei tempi che non dovrebbero esserci in un verbo di forma passiva: participio presente, participio futuro, gerundio e supino attivo sono infatti delle forme attive, con traduzioni attive. Inoltre, dobbiamo considerare che i verbi deponenti hanno l'imperativo ed inoltre all'infinito futuro presentano una forma attiva (hortaturum-am-um esse, hortaturos-as-a esse) e non la forma passiva che ci aspetteremmo (pensando all'infinito futuro di forma passiva di "laudo", che è "laudatum iri", dovremmo avere "hortatum iri", che invece non esiste).
Per quanto riguarda i significati passivi, facciamo riferimento al gerundivo e al supino passivo, la cui forma è passiva, così come il significato.
Attenzione poi alla traduzione dei participi! Mentre il participio presente ("laudans-antis" = lodando, lodante, che loda, che lodava", così come il deponente "hortans-antis" = esortando, esortante, che esorta, che esortava) e il participio futuro ("laudaturus-a-um" = che loderà, per lodare", così come il deponente "hortaturus-a-um" = che esorterà, per esortare) conservano le traduzioni che siamo abituati ad avere nei verbi attivi, dobbiamo ricordare che il participio perfetto nei verbi deponenti ha traduzione attiva e questo lo rende molto diverso, ai fini della traduzione: il passivo "laudatus" infatti si traduce "lodato, essendo stato lodato, che fu lodato", mentre il deponente "hortatus" si traduce "avendo esortato, che ha esortato".
Fanno eccezione i seguenti verbi, il cui participio perfetto ha una traduzione sia attiva che passiva:
adipiscor-adipisceris-adeptus sum-adipisci: il participio perfetto "adeptus-a-um" significa "avendo ottenuto", ma anche "essendo stato ottenuto"
comitor-comitaris-comitatus sum-comitari: il participio perfetto "comitatus-a-um" significa "avendo accompagnato", ma anche "essendo stato accompagnato"
confiteor-confiteris-confessus sum-confiteri: il participio perfetto "confessus-a-um" significa "avendo confessato", ma anche "essendo stato confessato"
experior-experiris-expertus sum-experiri: il participio perfetto "expertus-a-um" significa "avendo sperimentato", ma anche "essendo stato sperimentato"
partior-partiris-partitus sum-partiri: il participio perfetto "partitus-a-um" significa "avendo diviso", ma anche "essendo stato diviso
populor-popularis-populatus sum-populari: il participio perfetto "populatus-a-um" significa "avendo devastato", ma anche "essendo stato devastato".
Ci sono poi dei verbi deponenti, il cui participio perfetto si può tradurre come se fosse un participio presente:
arbitratus-a-um, dal verbo arbitror, si traduce "avendo ritenuto", ma anche "ritenendo"
ratus-a-um, dal verbo reor, si traduce "avendo pensato", ma anche "pensando"
secutus-a-um, dal verbo sequor, si traduce "avendo seguito", ma anche "seguendo"
usus-a-um, dal verbo utor, si traduce "avendo usato", ma anche "usando"
veritus-a-um, dal verbo vereor, si traduce "avendo temuto", ma anche "temendo".