La proposizione consecutiva è introdotta da:
ut = che (affermativa)
ut non = che non (negativa)
introdotti nella proposizione principale da un antecedente. Si tratta di pronomi, aggettivi e avverbi che introducono la conseguenza che viene espressa nella subordinata:
sic, ita = così
tam = tanto
tanto = tanto
tantum = tanto
adeo = a tal punto (avverbio, da non confondere con adeo-is-ii-itum-ire)
eo = a tal punto (avverbio, da non confondere con eo-is-ii-itum-ire)
tantus-a-um = tanto grande
talis-e = tale
is, ea, id = tale
Nella proposizione subordinata consecutiva non troviamo applicate le regole della consecutio temporum, pertanto avremo sì il congiuntivo presente, imperfetto e perfetto, ma la scelta del tempo del congiuntivo non dipende dal tempo della proposizione principale:
Se la conseguenza espressa dalla proposizione consecutiva si verifica nel presente, si utilizza il congiuntivo presente
Se la conseguenza espressa dalla proposizione consecutiva si verifica invece nel passato, si utilizza il congiuntivo imperfetto, per sottolineare un'azione che dura nel passato, oppure il congiuntivo perfetto, per indicare un'azione che si verifica nel passato ma ha carattere momentaneo.
Dal Latino all'Italiano: mi basterà tradurre il congiuntivo trasformandolo in indicativo e lasciando invariato il tempo.
Ad esempio, se trovo un congiuntivo presente, lo traduco come indicativo presente.
In alternativa, anche se meno frequentemente, possiamo trovare la proposizione consecutiva espressa con:
una proposizione relativa impropria (qui, quae, quod + congiuntivo) = tale che
l'espressione tantum absum ut = sono tanto lontano da...
l'espressione tantum abest ut = manca tanto che...