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L'apposizione è un sostantivo che fa riferimento ad un altro sostantivo, per darne ulteriori informazioni.
Poetae Catulli amor = l'amore del poeta Catullo (poeta è l'apposizione di Catullo e si trova al genitivo, in quanto è riferita a Catullo che è al genitivo)
Come si può dedurre dall'esempio, l'apposizione in Latino concorda sempre nel caso con la parola a cui fa riferimento, mentre conserva genere e numero. Potremo avere infatti un sostantivo maschile plurale e la sua apposizione al femminile singolare, ma sempre concordati nel caso:
Dux milites, Romae spem, incitabat = Il comandante incitava i soldati (milites: accusativo plurale di genere maschile), speranza (spem è l'apposizione e va all'accusativo singolare di genere femminile) di Roma.
Si tratta di un complemento che è riferito sempre al soggetto e per questo va al nominativo. Viene introdotto dalle seguenti categorie di verbi, utilizzati nella loro diatesi passiva:
verbi appellativi, come appello
verbi effettivi, come facio, efficio
verbi elettivi, come eligo, nomino
verbi estimativi, come aestimo, existimo, habeo, duco
Ad esempio: Philosophi ab omnibus sapientes aestimantur = i filosofi sono ritenuti saggi da tutti
Nota: siccome la domanda a cui risponde il complemento predicativo del soggetto è "come?", capita a volte che erroneamente si confonda col complemento di modo. Stiamo parlando di un errore da evitare assolutamente, in quanto prima di tutto le funzioni dei due complementi sono decisamente diverse, inoltre il complemento di modo prevede l'utilizzo di cum + ablativo e non del nominativo... e poi non è introdotto da determinate categorie di verbi di forma passiva, come capita al complemento predicativo del soggetto.
Quando il verbo sum ha funzione di copula, unisce il soggetto ad un sostantivo o un aggettivo che fanno riferimento al soggetto. Questo sostantivo o aggettivo va sempre espresso al nominativo e viene chiamato "parte nominale" o "nome del predicato".
Ad esempio, nella frase Puer diligens est, che si traduce Il fanciullo è diligente, la parola puer è il soggetto e va al nominativo, est è copula e diligens è un aggettivo che va al nominativo, in quanto fa riferimento al soggetto ed è quindi parte nominale o nome del predicato. Se consideriamo insieme "diligens est", parliamo invece di predicato nominale, che comprende la copula e la parte nominale o nome del predicato.
Sono i verbi copulativi, che prevedono il nominativo del soggetto ed il nominativo della parte nominale:
Richiedono il doppio nominativo anche i verbi appellativi, effettivi, elettivi ed estimativi, di forma passiva, che prevedono il nominativo del soggetto ed il nominativo del complemento predicativo del soggetto.
videor, vidēris, visus sum, vidēri = sembrare
La forma verbale "videor", che a prima vista sembra la forma passiva di "video" e che quindi saremmo tentati di tradurre con "io sono visto", in realtà va sempre inteso come un verbo deponente, il cui significato è sempre "io sembro".
A differenza della lingua italiana, che prevede la costruzione impersonale per il verbo "sembrare", in Latino prevale l'uso della costruzione personale.
Per la traduzione dall'Italiano al Latino seguiremo queste indicazioni:
1) La persona "che sembra" va al nominativo
2) Il verbo "sembrare" concorda con la persona "che sembra"
3) La persona a cui sembra va al dativo
4) Il verbo dell'azione "che sembra", va all'infinito
5) Se c'è una parte nominale, va al nominativo, in quanto riferita alla persona "che sembra".
Es. dalla frase italiana: "Mi sembra che tu sia felice" avrò la seguente frase in Latino:
1) Tu (la persona che sembra va al nominativo)
2) videris (il verbo sembrare concorda con la persona che sembra)
3) mihi (la persona a cui sembra va al dativo)
4) esse (il verbo dell'azione che sembra, va all'infinito)
5) felix (se c'è una parte nominale, va al nominativo, in quanto riferita alla persona che sembra)
Ricapitolando: Tu mihi vidēris felix esse.
Quando traduco dal Latino all'Italiano, passo attraverso la traduzione letterale della costruzione personale "Tu mi sembri di essere felice", per arrivare alla definitiva traduzione italiana, con costruzione impersonale: "Mi sembra che tu sia felice".
Esistono poi dei casi in cui "videor" ha una costruzione impersonale anche in Latino, così come avviene in Italiano:
1) quando videor significa "sembrare opportuno"
Me ne accorgo dal fatto che videor si trova sempre alla 3a persona singolare ed è seguito da una proposizione infinitiva soggettiva, in cui il soggetto è all'accusativo, il verbo all'infinito e l'eventuale parte nominale va all'accusativo.
Es. Consuli videtur exercitum pugnare -> Al console sembra opportuno che l'esercito combatta.
Risulta indispensabile l'inserimento di "opportuno" nella traduzione, in quanto "exercitum" è un accusativo e il verbo dell'azione è all'infinito. Se quindi trovo videtur + accusativo + infinito, è perché c'è "opportuno" da aggiungere.
2) quando videor è accompagnato da un aggettivo neutro o da un sostantivo come lex, ius
Es. Mihi videtur iustum discipulum philosophiam discere -> Mi sembra giusto che l'alunno impari la filosofia.
Anche in questo caso troviamo videtur alla 3a persona singolare, seguito da accusativo e infinito (discipulum discere); stavolta è la presenza dell'aggettivo neutro "iustum" a imporre la costruzione impersonale.
3) quando videor è seguito dai verbi assolutamente impersonali
4) quando videor si trova in una proposizione incidentale
5) quando videor vorrebbe un infinito futuro, ma il verbo dell'azione da esprimere all'infinito futuro è privo di supino e quindi non può avere l'infinito futuro; pertanto si esprime l'idea di posteriorità attraverso la locuzione "fore ut" + congiuntivo presente/imperfetto.
Al presente e nei tempi derivati dal presente i verba dicendi prevedono la costruzione personale, con il verbo dell'azione che va all'infinito e la persona "che è detta" che va al nominativo:
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