Le cinque declinazioni presentano altrettanti temi diversi, che si possono ricavare dal genitivo plurale:
1a declinazione - > nominativo singolare rosa, genitivo plurale ros - a - rum: temi in - ā
2a declinazione - > nominativo singolare lupus, genitivo plurale lup - o - rum; temi in - ŏ
3a declinazione - > nominativo singolare orator; genitivo plurale orato - r - um; temi in consonante
3a declinazione - > nominativo singolare hostis; genitivo plurale host - i - um; temi in vocale - ĭ
4a declinazione - > nominativo singolare fructus; genitivo plurale fruct - u - um; temi in - ŭ
5a declinazione - > nominativo singolare dies; genitivo plurale di - e - rum; temi in - ē
Mentre al nominativo singolare troviamo delle uscite simili, come quella -us della seconda (lupus) e della quarta (fructus) declinazione, è al genitivo singolare che è impossibile confondersi tra le cinque declinazioni, perché le uscite del genitivo singolare sono sempre diverse tra loro:
1a declinazione - > genitivo singolare ros - ae
2a declinazione - > genitivo singolare lup - i
3a declinazione - > genitivo singolare consul - is
4a declinazione - > genitivo singolare fruct - us
5a declinazione - > genitivo singolare di - ei
Quando cerchiamo un sostantivo sul vocabolario, troviamo infatti il nominativo singolare, sempre accompagnato dal genitivo singolare, che è l'elemento grazie al quale comprendo la declinazione a cui appartiene il sostantivo. Ad esempio, fortitudo, - ĭnis è chiaramente un sostantivo di terza declinazione, perché il suo genitivo singolare esce in -is.